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lunedì 15 giugno 2015

PENSIONI: TITO BOERI CONTRARIO ALLA STAFFETTA GENERAZIONALE COSTOSA E DISTORSIVA

Siamo consapevoli tutti che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è un fautore della staffetta generazionale come una possibile soluzione al raggiungimento dei requisiti pensionistici vigenti e per combattere non solo la disoccupazione giovanile ma anche per dare uno sbocco al mondo del lavoro che sfortunatamente sta riprendendosi molto lentamente e più volte nei suoi interventi ne ha parlato, chi invece non è affatto d'accordo è il Presidente dell'Istituto Nazionale Previdenza Sociale, Tito Boeri e non lo nasconde affatto in quanto considera la staffetta generazionale di legge costosa e distorsiva, ma spieghiamo i motivi per i quali Tito Boeri la pensa in siffatto modo.

Applicando il sistema di ricambio generazionale si va ad incrociare l'assunzione dei giovani con l'investimento in conoscenza delle imprese, in quanto, quando entrano nel mondo del lavoro, le nuove leve vanno a sostituire i lavoratori anziani che hanno raggiunto i requisiti vigenti per entrare in pensionamento e di conseguenza si potrebbero utilizzare, anche se la parola è antipatica ma necessaria, i lavoratori socialmente utili verso l'uscita dal mondo del lavoro rendendo loro l'invecchiamento attivo.

TITO BOERI
Già nel Governo Prodi questo sistema era stato previsto nel 1996 per delineare i criteri del passaggio al part-time avvicinandosi l'età dei requisiti pensionistici per i dipendenti pubblici; ovvio che l'importo della pensione si sarebbe ridotto nella misura in percentuale del part-time lavorato, di conseguenza la retribuzione lavorativa come part-time con l'aggiunta della pensione ridotta e qualora il lavoratore avesse voluto lasciare il servizio del tutto la sua pensione sarebbe stata ricalcolata basandosi anche alle altre retribuzioni part-time percepite, da considerare però che questa norma si può solo applicare qualora il lavoratore abbia raggiunto i requisiti necessari per accedere alla pensione ma se andiamo a considerare i requisiti richiesti per il pensionamento di vecchiaia e cioè i 66 anni di età e 3 mesi, certamente la staffetta generazionale per le casse statali risulta essere poco invitante.

Mentre più invitante sarebbe da proporre se si prevedesse il cambiamento con incentivi qualora al lavoratore mancano un tot numero di anni per raggiungere i requisiti vigenti richiesti al pensionamento, garantendo contemporaneamente al lavoratore-pensionato un reddito sufficiente e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Per questi motivi il presidente dell'Inps, Tito Boeri, boccerebbe la soluzione del sistema staffetta generazionale per legge perché una tale operazione avrebbe un rischio non solo molto costoso per le casse statali ma energicamente distorsiva.

Fonte: InvestireOggi

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